

Sostenibilità
Le nostre scelte sono sempre state guidate dagli stessi Valori che ci hanno consentito di crescere dalla fondazione ad oggi

Macbeth non sarà vinto fino a quando la foresta di Birnam non moverà verso il colle di Dùnsinane contro di lui.
La premonizione delle streghe nella celebre tragedia di William Shakespeare non fu colta dal Re di Scozia: la foresta altro non era che l’esercito del nemico mimetizzatosi con rami d’albero, e segnò l’inizio della sua fine. Ebbene anche a noi non mancano i segnali, oggi.
Il riscaldamento globale, con lo scioglimento dei ghiacci ai poli, l’innalzamento dei livelli dei mari e le alterazioni climatiche ad ogni latitudine, sono ben più di un segnale in realtà, sono fatti conclamato.
La pandemia ha evidenziato in modo palese le criticità di un mondo globalizzato e interconnesso, che in un attimo si è trovato a dover affrontare la sfida della maturazione digitale e della salvaguardia degli equilibri sociali.
La tragica guerra in Ucraina, in corso mentre scrivo questa lettera, è un segnale di come l’umanità non impari mai dai propri errori e di quanto spesso logiche geopolitiche e interessi particolari non corrispondano al comune sentire della stragrande maggioranza di tutti noi, italiani, americani, ucraini o russi, per i quali la pace non dovrebbe essere una scelta ma una condizione scontata.
La contingente mancanza di materie prime – che comprime e deforma le catene logistiche come le abbiamo conosciute fino ad oggi – insieme all’aumento irrazionale dei costi energetici – che altera le capacità di far fronte sia ai fabbisogni domestici sia a quelli delle imprese – rappresentano con urgenza quanto la scarsità delle risorse debba comportare un ripensamento rivoluzionario dei processi.
Sono tutti segnali, questi, che se sottovalutati potrebbero portarci – un po’ come Macbeth insegna – davvero alla fine del nostro pianeta. Soprattutto i giovani, oggi, li hanno colti davvero. Ed è proprio loro che dobbiamo ascoltare.
Ciascuno di noi può fare la propria parte. Come azienda siamo chiamati a considerare questi segnali all’interno del nostro perimetro, facendo un percorso che ci porti ad una definitiva trasformazione gestionale ed operativa e ponga in primo piano il tema dell’impatto delle nostre attività, a tutto tondo.
Si tratta di un cambiamento di impostazione che abbiamo iniziato a concretizzare per la prima volta nel 2017, orientando il nostro impegno in direzione della CSR.
Da quel momento molto è stato fatto: dalla creazione di una struttura operativa alla redazione dei Report di Sostenibilità, dall’ottenimento di Certificazioni di Qualità, Ambientali e di Salute e Sicurezza all’avvio di nuovi programmi di formazione e crescita, dall’ottenimento del rating CDP – Carbon Disclosure Project – ai numerosi progetti sociali realizzati all’interno dei territori in cui operiamo.
Il percorso che abbiamo avviato impone, come passo fondamentale, la presa di coscienza dell’importanza di queste tematiche, ma non basta. A ciò bisogna far seguire una maggiore concretezza, e su questo fronte molto c’è ancora da fare.
In troppe occasioni, infatti, la Responsabilità Sociale viene intesa dalle imprese come un argomento ‘soft’ di tipo etico-morale, e non come una tematica strategica fondamentale per la sopravvivenza delle nostre aziende.
La gestione dei nostri processi e prodotti per potersi sostenere (finanziariamente e operativamente) deve essere improntata in modo da garantire una decisa riduzione dell’impatto climatico e ambientale, la continuità delle fonti e l’efficientamento dei consumi.
Le dinamiche di relazione con le persone che entreranno a far parte dell’azienda, ma anche con chi c’è già, devono essere supportate da strumenti e strategie capaci di mettere in luce abilità e competenze da preservare e valorizzare, potenzialità inespresse, fragilità da proteggere, senza dimenticare mai che la qualità della vita è quella che ci permette di rendere al meglio professionalmente e umanamente.
La nostra catena di valore per essere durevole deve permetterci di conservare l’integrità delle relazioni, assicurando la qualità dei materiali utilizzati, considerandone gli aspetti ambientali, etici e sociali sin dalla provenienza e integrandoli anche nelle analisi logistiche.
L’innovazione, in ogni funzione aziendale, deve essere diretta ad un beneficio con l’obiettivo di andare sempre oltre a quello economico: partendo dal know-how che è parte integrante dell’azienda si dovrà tendere al progresso, senza il quale ci si riduce a percorrere un processo di semplici piccoli passi, nel quale si punta al miglioramento non modernizzando davvero ciò che si fa, rimanendo cioè ai margini dell’evoluzione.
La redditività dell’azienda non è un tabù, è elemento primario per la continuità, ma di- venterà difficile mantenerla nel medio-lungo termine se non faremo nostra la ‘rivoluzione’ della sostenibilità: che la Responsabilità Sociale d’Impresa sia elemento fondante del nostro Business Journey, ovvero il nuovo Piano Strategico che lo scorso anno abbiamo intrapreso.
Tomaso Carraro
Vicepresidente
Chief CSR Officer